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i castelli e i palazzi

 

Frasso Sabino

Castello Sforza Cesarini

«La prima attestazione dell’esistenza del castello di Frasso è del 955, quando viene definito locus. Contrariamente a quanto ritenuto, il locus non esclude il castrum. Il castello è comunque sicuramente edificato nei primi decenni dell’XI secolo. Nel 1055 Alberto figlio di Gebbone donò la sua quota del castello all’abate Berardo I. Probabilmente la parte spettante a Farfa fu alienata o usurpata nei primi decenni del secolo XII, quando il monastero subì una crisi profonda, dato che nel privilegio di riconferma concesso da Innocenzo III nel 1198 nessuna quota risulta più in possesso di Farfa. La signoria sul castello dovette essere esercitata dai Brancaleoni, anche se sfuggono totalmente le modalità dell’affermazione della loro egemonia sull’area. Nel 1388, Giovanni e Francesco Brancaleoni ne risultano i signori. Se Farfa non aveva esercitato il dominio signorile sul castello, non mancò di rivendicare agli inizi del Quattrocento i suoi diritti sul territorio ed in base ad un’ambigua interpretazione della donazione compiuta da Gebbone, che come si è visto corrispondeva soltanto ad una quota di cosignoria, raggiunse una transazione con il comune rurale che aveva richiesto l’8 ottobre del 1426 la conferma della locazione perpetua secondo i confini delineati dalla già citata donazione. Nel 1441 il castello fu occupato da Battista Savelli ed i Brancaleoni donarono il castello di Frasso alla sorella Simodea, che era andata sposa ad Orso Cesarini. Il feudo fu recuperato, però, soltanto per l’intervento del cardinale Giuliano Cesarini che versò una somma di danaro al Savelli per lasciare libero il castello. Battista dal suo canto tentò nuovamente di occupare Frasso nel 1447, incontrando la ferma opposizione di papa Niccolò V. La controversia non si estinse, ma fu fonte di continui urti. Nel 1528, ad esempio, Giovanni Battista Savelli ed i suoi uomini attaccarono e misero a sacco Frasso e Ginestra asportandone derrate alimentari per un ammontare di 3.000 ducati. Nel 1573, infine, si raggiunse un accordo tra i Cesarini di Frasso ed i Savelli di Poggio Nativo, che videro considerevolmente ampliato il territorio spettante al loro castello. La signoria dei Cesarini su Frasso ebbe termine in un modo abbastanza complesso e movimentato in ragione del matrimonio di Livia Cesarini, oblata nel monastero romano dei Sette Dolori, con Federico Sforza celebrato nel 1573, suscitando scandalo, scalpore ed una lunga controversia durata parecchi decenni per definire con i Colonna i diritti di primogenitura tra Livia e Cleria Cesarini che si chiuse con un compromesso nel 1709. Considerato ancora come luogo baronale nel novembre del 1817 dal decreto del cardinal Consalvi, dato che la duchessa Geltrude Sforza Cesarini, come tutrice e curatrice del figlio don Salvatore Sforza Cesarini, soltanto il 30 dicembre del 1817 rinunciò ai suoi diritti feudali su Frasso. Nel 1827 il castello ebbe la sua autonomia … La dominante mole della rocca dei Cesarini, davvero notevole rispetto alla dimensione dell’abitato, conserva ancora un alto bastione cilindrico con basamento a scarpa munito di beccatelli nella parte terminale. La rocca e l’intera struttura dell’abitato, sono state oggetto di continue modifiche che ne hanno cancellato la forma primitiva; anche la torre ha subito sorte analoga con l’abbattimento della parte più alta».

on May 20 | by

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